La guerra tra Hamas e Israele ha coinvolto tutti i social media con post che inneggiano alla guerra, video violenti dal fronte, notizie false.
Su Tik Tok, nel giro di poche ore dall’inizio della guerra l’hashtag #Palestine, ha totalizzato 27.8 miliardi di visualizzazioni mentre l’hashtag #Israel conta 23 miliardi di visualizzazioni.
La guerra secondo bloomberg, ha fatto morire l’era idealistica dei social media.
Una volta i social aspiravano a diventare piattaforme di riferimento per informazioni affidabili in tempo reale ora le notizie che si trovano, possono essere false o violente.
X, l’ex twitter ora è sotto indagine perché secondo l’UE potrebbe non aver bloccato le fake news. La società sembra ne blocchi 8.900 al giorno contro i dati di Facebook ed Instagram che parlano di oltre 400.000 fake news bloccate al giorno.
Cosa sta accadendo con questa nuova guerra sui social?
Rischiamo di imbatterci in video falsi, notizie false, artatamente confezionate per spingerci a parteggiare per una fazione rispetto all’altra.
Come fare dunque per capire se il video è falso o se quella determinata notizia è falsa?
Serve affidarsi ai canali di informazione credibili come quelli dei giornali, alle notizie che giungono dai governi o dall’Unione Europea. Serve inoltre avere un senso critico sempre più spiccato.
Ma perché i social media non eliminano le notizie false, i video falsi e i post violenti?
L’intelligenza artificiale dei social che è stata formata per bloccare questi post non riesce a fermare tutto. C’è una straordinaria produzione di fake news e secondo i bene informati, ai social non conviene cancellare tutte le notizie false.
Perché questo?
Più gli utenti rimangono dentro ogni piattaforma social, più vengono coinvolti in video e post, più possono essere colpiti dalla pubblicità. Più pubblicità = più guadagno per le compagnie social. Capito?
Per questo bisogna fare molta attenzione alle notizie, ai post, ai video che ci sono. Meditate e usate il senso critico. Tanto senso critico!